"Trattato di amicizia e commercio fra Etiopia e Italia, che prende il nome dal centro (Wechale) dove fu sottoscritto (2 maggio 1889) tra il conte Ugo Antonelli, plenipotenziario italiano, e Menelik, negus dello Shoa, sul punto di divenire imperatore d’Etiopia. Composto di 20 articoli, fu redatto in lingua italiana e amarica.
L’articolo 17 della versione italiana sembrava vincolare l’impero africano a ricorrere al governo di Roma per lo stabilimento di rapporti con potenze terze: provvigione interpretata dal governo Crispi come configurante un protettorato italiano, immediatamente notificato ai firmatari dell’atto finale del Congresso di Berlino del 1884-85.
Ma nel testo amarico il ricorso all’intermediazione di Roma era previsto solo come possibilità. In un crescendo di ostilità, Menelik protestò (1890) e quindi denunciò il trattato (1893). L’incidente avviò la catena d’eventi che portarono al conflitto italo-etiopico e alla disfatta italiana (1896) ad Adua." (www.treccani.it/enciclopedia/trattato-di-uccialli)
Dopo la conquista dell'Eritrea, nel 1889 l'ambasciatore italiano ad Adis Abeba firmò un trattato d'amicizia con il negus Menelik. I due paesi tornarono ben presto in conflitto, perché il trattato diceva una cosa nella versione in lingua italiana e un’altra in quella in lingua amarica.
Il giocattolo di carnevale, che prende il nome dal negus Menelik, rappresenta oggi, in modo allegorico, il lontano ricordo di questa vicenda che suggerisce uno stile che possiamo intitolare "furbata all'italiana"!