Garbatella

di Federico Riccardi

Nata nel 1920 come borgata, a lungo misconosciuta e sottovalutata, oggi la Garbatella si è ripresa con gli interessi tutta quell’attenzione un tempo negata. È uno dei quartieri più di tendenza, più a misura d’uomo e più ambìti: il riscatto di una zona ancora autenticamente popolare e dalle mille sorprese.

Zona di Roma: sud-ovest

Tipologia di percorso: storia e vita di quartiere

Tempo di percorrenza: 1 h e mezza circa

Lunghezza: 7 km

Difficoltà del percorso: medio-alta

Come raggiungere dalla Stazione Termini: metro B Garbatella

Orario consigliato: pomeriggio


Storia della Garbatella

La Garbatella, a lungo considerata una borgata popolare un po’ malfamata, è oggi uno dei Quartieri più ambiti e vivibili della Capitale.

garbatella villino

Grazie all’amenità dei suoi scorci e la sua essenza di “quartiere paese”, il particolare mix che la contraddistingue, un aspetto popolare-rurale unito ad influenze architettoniche differenti, il barocchetto romano (lotti 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7 e 8) e il razionalismo-futurismo (lotti 41,42,43,44), è ciò la rende una delle zone di Roma più singolari e affascinanti.

A questo si aggiunga la sua vitalità, percepibile non solo attraversandola ma anche dal fermento culturale tipico del quartiere: oggi ospita vari centri culturalmente rilevanti come il teatro Ambra alla Garbatella, il Teatro Palladium e altro ancora.

La Garbatella nasce ufficialmente il 18 febbraio del 1920: la prima pietra viene posata dal re Vittorio Emanuele III nell’attuale piazza Benedetto Brin (uno dei luoghi del nostro percorso).

Una notazione a parte merita il nome. Leggiamo le ipotesi che circolano attorno alla sua origine:

  1. “Garbatella” verrebbe da un tipo di coltivazione “a garbata” o “a barbata” tipica della zona, quella dei colli sovrastanti la basilica di S. Paolo e che punteggiavano il paesaggio prima dello sviluppo del quartiere;
  2. Una seconda ipotesi si riferisce alla particolare amenità del luogo;
  3. La terza ipotesi, la più accreditata, riporta il nome alla presenza nel quartiere di un’osteria dove si trovava un’ostessa dai modi così gentili e garbati da divenire celeberrimi, la garbata ostella (e la cui garbatezza è stata interpretata anche come vaga sensualità). Per la leggenda, il nome dell’ostessa doveva essere Carlotta, e l’osteria era ubicata sempre nella zona della Basilica di S.Paolo, presso via delle Sette Chiese, la strada che i pellegrini percorrevano nel loro pellegrinaggio alle sette chiese di Roma.

"Il nome originario Concordia fu dato dal Re come segnale di distensione sociale nel periodo del Biennio rosso (1919-20) e durante il ventennio fascista il Regime cercò di chiamarla Remuria con scarso successo." (cit. Gianni Rivolta). Ma alla fine s’impose il nome popolare: Garbatella.

La ragione principale del suo sviluppo si inscrive in generale in una spiccata estensione urbanistica di quegli anni di Roma, ma è da ascrivere anche ad uno scopo ben preciso: si era infatti deciso di edificare un porto ad Ostia, il quale sarebbe stato collegato a due porti fluviali sul Tevere (uno nei pressi di via del Porto Fluviale, l’altro dalle parti della Basilica di S.Paolo); il quartiere neonato sarebbe quindi servito ad ospitare i lavoratori adibiti a questo ambizioso progetto e altri impiegati nella zona industriale del quartiere Ostiense. Il progetto di Ostia però naufragò, con la Garbatella che continuò a vivere una vita propria anche se non aderente al progetto originario: se all’inizio essa venne concepita come borgata separata dalla città e circondata dalla campagna, la speculazione edilizia la unirà alla città facendo venire meno la destinazione d’uso soprattutto rurale e operaia. Quest’ultima, però - ed è questo il bello del quartiere - permane negli edifici e negli spazi della parte vecchia della Garbatella, creando una saldatura ideale fra passato e presente.

lotto garbatella

Architettonicamente, l’ispirazione primaria del nuovo quartiere era quella della città giardino all’inglese, anche se rivisitata: un complesso di case unifamiliari dotate di cortili interni e di appezzamenti di terreni agricoli. La logica è quella del lotto, che è il vero protagonista della sistemazione urbanistica del quartiere: la parte storica della Garbatella si svilupperà nei primi anni di vita intorno a 62 lotti. in seguito, si imporrà anche l’impostazione degli spazi comuni e il quartiere vedrà un’ulteriore crescita. Ciò che colpisce è la varietà degli stili che vengono applicati a diverse costruzioni della Garbatella storica, fra i quali spicca il già citato barocchetto romano visibile da molti edifici del rione, stile che divenne tipico dell’edilizia popolare di quegli anni. Dal punto di vista architettonico e urbanistico, il risultato finale ottenuto alla Garbatella è diventato un vero e proprio “caso di studio” che per l’appunto ispira architetti e urbanisti di tutto il mondo: sposandosi l’anima popolare, rurale e operaia alla ricerca architettonica.

 

Il nostro itinerario si svolge soprattutto fra le vie della Garbatella storica (la Garbatella nuova è rappresentata dalla zona più settentrionale e quella circostante). Non è un percorso che ha pretese di esaustività, poiché il quartiere può essere attraversato in varie direzioni e ci sarebbero varie cose da vedere, ma vi consigliamo comunque di seguirlo per avere un punto di riferimento.

**Si ringrazia il signor Gianni Rivolta, autore del libro "Garbatella tra storia e leggenda" Roma, Iacobelli, 2010 per averci segnalato alcuni errori presenti nel testo.**


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