La sconfitta di Dogali

La sconfitta di Dogali provoca in Italia un terremoto politico, rallentando l’espansione coloniale.

Il 26 gennaio 1887 le truppe etiopi di Ras Alula attaccarono, distruggendola, la colonna De Cristoforis composta da 548 uomini. I morti di parte italiana furono 430, ad essi fu dedicata la piazza accanto alla Stazione Termini a Roma ribattezzata Piazza dei Cinquecento.

"Bataille de Dogali" di Michele Cammarano. Con licenza Pubblico dominio tramite Wikimedia Commons
"Bataille de Dogali" di Michele Cammarano. Con licenza Pubblico dominio tramite Wikimedia Commons

Cinquantamila.corriere.it: "La battaglia dei Cinquecento"

"In Abissinia, a Dogali, il tenente colonnello Tommaso De Cristoforis, che al comando di 548 uomini stava portando viveri a Saati dal forte di Moncullo, è sorpreso da ras Alula con 7.000 armati. De Cristoforis con i suoi si attesta su una collina, resiste quattro ore e, quando finisce le munizioni, è travolto: le lance degli abissini trafiggono lui e quasi tutto il contingente. Poi ras Alula, che ha avuto un migliaio di morti, si ritira in Asmara. Sul terreno restano ancora vivi un ufficiale italiano e 86 soldati. La piazza dei Cinquecento a Roma ricorda questo episodio"

 

La battaglia dei Cinquecento
• In Abissinia, a Dogali, il tenente colonnello Tommaso De Cristoforis, che al comando di 548 uomini stava portando viveri a Saati dal forte di Moncullo, è sorpreso da ras Alula con 7.000 armati. De Cristoforis con i suoi si attesta su una collina, resiste quattro ore e, quando finisce le munizioni, è travolto: le lance degli abissini trafiggono lui e quasi tutto il contingente. Poi ras Alula, che ha avuto un migliaio di morti, si ritira in Asmara. Sul terreno restano ancora vivi un ufficiale italiano e 86 soldati. La piazza dei Cinquecento a Roma ricorda questo episodio.

"Spedizione inconsulta" (Carducci)

"La tragedia di Dogali ha diviso gli italiani, provocando anche una curiosa inversione delle parti. Carducci, sempre pronto a dar fiato alle trombe dell’eroismo, si è rifiutato di commemorare le vittime di una “spedizione inconsulta” calata in Africa a far “ciò che i Croati hanno fatto in Italia”. D’Annunzio ha disdegnato “i quattrocento bruti morti brutalmente”. Ma il grosso della pubblica opinione parla di “eroico olocausto” e tributa trionfali accoglienze ai pochi scampati. E ora chiede la rivincita". [Montanelli32]