Ti mostro le mie pentole e ti regalo un viaggio

di Mariavittoria Ponzanelli

Amando poco i viaggi organizzati, ho sempre preferito scoprire nuovi luoghi andando all'avventura, da sola o con gli amici, zaino in spalla, dormendo qualche volta sotto le stelle. Raramente ho alloggiato in strutture costose, ho sempre avuto una sorta di prevenzione nei confronti del lusso, forse per la peculiarità di essere considerato per pochi mentre il viaggio è per tutti.

 

Alcuni giorni fa sono stata contattata telefonicamente per partecipare ad una indagine di mercato e, a differenza del solito, incuriosita dai discorsi dell'operatrice, ho deciso di approfondire. La ragazza spiega che dovrò valutare dei prodotti che saranno commercializzati nei prossimi mesi; in cambio del mio disturbo, riceverò un buono omaggio di 6 giorni in Hotel o Residence gratis, con alcuni vincoli che mi verranno spiegati al momento del ritiro.

Resto colpida da un argomento su cui insiste l'operatrice: il porre in relazione il mondo del turismo, che quest'anno ha subito il colpo della crisi economica unito ai dissesti climatici dei mesi estivi, con una ignota azienda che vuole far valutare nuovi prodotti presto in commercio.

Alla richiesta di maggiori dettagli riguardo ai promotrori dell'indagine di mercato, risponde che non può rivelarmi il nome. Il mio compito sarà quello di guardare alcuni stand, scrivere le mie valutazioni sui prodotti esposti e a quel punto riceverò il buono omaggio. Poi si corregge e ripete l'iter dell'incontro: per prima cosa dovrò presentarmi all'accettazione dell'evento che ha luogo presso un Hotel Quattro Stelle, poi mi verrà consegnato un buono omaggio per 6 giorni gratis in una struttura alberghiera italiana, poi mi verranno mostrati alcuni stand con dei prodotti da valutare e dovrò esprimere i miei giudizi. Sottolinea - "Il buono omaggio è concesso solo in virtù della valutazione di alcuni prodotti esposti, come regalo per il disturbo di essermi scomodata. Tutto questo è fatto per incentivare il turismo in Italia, che quest'anno come mai ha subito un forte calo" -. Più la telefonata va avanti, più i miei dubbi crescono. Dico chiaramente che non sono interessata al buono omaggio ma che partecipo solo per osservare da vicino come si svolge la loro indagine di mercato, per capire meglio in che modo questa iniziativa è affiancata ai problemi del turismo.

Domenica alle 12 vado all'appuntamento. Mi accoglie una ragazza gentile che mi chiede il cap della città di provenienza e mi fa accomodare nella hall dell'albergo, in quel momento affollata da tre famiglie con bambini. Dopo alcuni minuti arriva una nuova hostess che mi accompagna nella sala della dimostrazione, una volta entrate noto una serie di tavoli messi in fila con sopra delle pentole e alcuni elettrodomestici e alcuni tavolini vuoti. Ci sediamo e incomincia a spiegare nel dettaglio come utilizzare il buono di 6 giorni gratis presso strutture alberghere italiane. Interrompe la spiegazione per introdurmi il suo capo che, mentre mette un timbro sopra il buono omaggio, mi introduce gli articoli in mostra e, se voglio acquistarli, anche in vendita.

 

Sto ancora aspettando di ricevere il modulo per dare la mia valutazione e chiedo alla hostess spiegazioni riguardo all'azienda produttrice. Lei dopo aver indicato il nome che appare sul timbro, ricomincia la spiegazione interrotta. Il buono è valido un anno, posso usarlo da sola o con la mia famiglia, fino ad un massimo di 6 persone, unico vincolo: le strutture alberghiere offrono ospitalità gratis ma gli ospiti si impegnano a consumare un pranzo o una cena presso la struttura oppure, nel caso di Residence, al termine del soggiorno viene richiesta una cifra di 50 euro a persona per coprire le spese di pulizia. Al termine del discorso mi chiede se voglio vedere gli stand.

Mentre sto cercando di capire il nesso tra la crisi del turismo e gli oggetti presenti nella stanza, mi accompagna di fronte a un tavolo mostrandomi una pentola deposta su una base elettrica e conclude dicendo che quello è il futuro. Conclude il suo giro "Ora la accompagno, così la libero" e in pochi istanti siamo fuori dall'hotel.

 

Arrivata a casa faccio una ricerca su internet per avere maggiori informazioni riguardo all'azienda che non ha fatto l'indagine di mercato. Scopro che non esiste una azienda che produce pentole con il nome presente sul timbro ma esiste un negozio di articoli per la casa, anche se né l'indirizzo né la partita iva indicata coincidono. Trovo invece un sito internet che promuove pacchetti turistici presso strutture alberghiere italiane, che fra le tante offerte propone un Soggiorno Omaggio identico a quello che mi è stato consegnato. Alla fine di tutta la storia, non c'è stata alcuna indagine di mercato e tanto meno una azienda di prodotti italiani, ma solo un gruppo di Hotel e Residence che offrono dei soggiorni agevolati in cambio del vitto. 


Ho voluto raccontarvi questa storia, perché credo profondamente che il turismo sia una delle risorse più grandi dell'Italia e se vogliamo rilanciare il nostro paese, dobbiamo essere sinceri e concreti. Fortunatamente non stiamo parlando di una truffa, ma di una caduta di stile. E non è scontato dire che abbiamo bisogno anche di questo, lo stile: lasciare un buon ricordo nei turisti che spesso amano il nostro paese e rispettano la nostra cultura più di quanto l'Italia stessa non riesce a fare.