Come rispondono i romani alle iniziative "a piedi"?

di Mariavittoria Ponzanelli

Gianluca Guarnieri di Dimensione Suono Roma - RDS Roma FM 101.9 - ci ha posto una domanda che merita una riflessione e vogliamo riproporne il contenuto ai nostri Lettori.

Come rispondono i romani alle iniziative “a piedi”?

Non tutti amano camminare e non mi riferisco in modo particolare ai romani. Camminare, spostarsi a piedi, è un po' come dover contare solo sulle proprie forze.

Roma è una grande città, immaginare di spostarsi a piedi dappertutto è impossibile. Come impossibile è spostarsi a piedi quando si ha fretta di raggiungere il lavoro, o si deve coprire una distanza di più di 5 km.

Spostarsi a piedi significa disporre di tempo. Ed una società come la nostra che impone ritmi frenetici, molto spesso non lascia lo spazio sufficiente per fare qualcosa per sé stessi. Perché camminare a piedi significa avere tempo da dedicare a sé stessi.

Per abbracciare a pieno questa filosofia di vita, bisognerebbe vivere in una società che lascia più spazio alle esigenze del singolo.

Parlare di queste cose in un momento così delicato, per l'Italia, per l'economia e la politica del nostro paese, sembra quasi strano, se non addirittura una perdita di tempo.

Alla domanda di Gianluca, credo che si possa rispondere in un solo modo.

I romani rispondono alle “iniziative a piedi” come possono, in questo momento storico. Un periodo in cui le necessità dell'individuo sono fortemente penalizzate e stressate dal vivere quotidiano, dalle necessità, dal problema di arrivare con lo stipendio alla fine del mese (per chi lo stipendio lo ha!), dal timore di perdere il lavoro...

Tuttavia pensare a sé stessi è fondamentale per sopravvivere alle avversità personali ed epocali. E camminare a piedi è un piccolo gesto che possiamo fare per noi stessi e per l'ambiente.

Camminare a piedi significa spostarsi anche utilizzando i mezzi di trasporto pubblico.

Oggi si parla tanto di mobilità sostenibile e mi sento di affermare che tutti i cittadini sarebbero molto contenti di partecipare a questo cambiamento, se fossero aiutati da un sistema di trasporto pubblico più efficiente.

Il 3 agosto 2013 è stato compiuto un grande gesto verso una città più vivibile per tutti, grandi, piccoli, giovani, anziani. Sto parlando della pedonalizzazione di via dei Fori Imperiali “la passeggiata dei romani”, come recitava lo slogan della manifestazione! Ma la strada da compiere verso “una città a misura di bambino” è ancora lunga e tortuosa.

I cittadini di Roma sentono moltissimo i problemi che riguardano la mobilità in città e tutti i collegamenti verso la Capitale che rappresentano la realtà dei Pendolari. Internet e i Social Media pullulano di pagine dedicate a questo argomento.

Twitter ha visto nascere dei profili davvero originali: il "trenino Roma-Lido", il "tram Roma-Giardinetti", "tram 19", "Pendolari Roma Nord" -tanto per ricordarne alcuni- che dialogano con gli altri utenti offrendo in tempo reale informazioni sul servizio di questi mezzi.

Tornando alla domanda di Gianluca: se vogliamo parlare di presenze e di partecipazione pubblica verso le iniziative "a piedi", di fronte al "grande evento", come nel caso della Notte dei Fori del 3 agosto 2013, è facile raggiungere numeri alti (si è parlato di 100-150 mila persone). I piccoli gesti sono i più difficili, perché significa cambiare radicalmente le proprie abitudini.

Camminare e spostarsi a piedi è cambiare la prospettiva di una realtà che ruba il nostro tempo, per riappropriarci di quello che ci è stato tolto.