I fantasmi di Roma - Seconda parte: Beatrice Cenci

di Melina Forte

Beatrice Cenci
Beatrice Cenci

Torna la nostra rubrica "I fantasmi di Roma" e, questa volta, parliamo del fantasma di Beatrice Cenci e di Castel Sant'Angelo

 

Si dice che nella notte tra il 10 e l’11 settembre sia possibile vedere il fantasma della giovane donna passeggiare sul Ponte Sant’Angelo tenendo in mano la sua testa. Infatti, Beatrice Cenci viene accusata di parricidio e decapitata proprio davanti al Castello, l'11 settembre del 1599.

Chi è Beatrice Cenci?

Ponte Sant' Angelo
Ponte Sant' Angelo

Ma chi è Beatrice Cenci? Beatrice discende da una nobile casata romana, i Cenci, che è una delle più ricche ed influenti famiglie della Roma papalina. Il padre di Beatrice, Francesco Cenci, è un uomo violento e dissoluto nei confronti della moglie e dei suoi figli. Beatrice cresce nell'antico palazzo Cenci, di fronte all'Isola Tiberina e, visto che è una bella ragazza, viene rinchiusa dal padre tirannico insieme alla matrigna Lucrezia nella fortezza di Petrella Salto, vicino a Rieti.

Esasperata dalle continue fustigazioni del padre, da cui è costretta anche ad avere rapporti incestuosi, Beatrice ne organizza l’omicidio insieme alla matrigna e ai suoi fratelli. Fa uccidere il padre da due vassalli, simulando un incidente. Le autorità iniziano le indagini e scoprono il complotto. L’intera famiglia viene prima arrestata, processata e condannata a morte. 

la spada con cui fu decapitata Beatrice Cenci
La spada della decapitazione di Beatrice Cenci

La mattina dell’11 settembre 1599 Beatrice viene decapitata e sepolta a San Pietro in Montorio. Un'immensa folla di romani accorre sul posto dell'esecuzione, davanti al Ponte Sant’Angelo, commossa dalla giovinezza e dal coraggio della fanciulla di fronte al boia. In mezzo a loro, c'è Caravaggio.

La decapitazione di Beatrice Cenci viene effettuata con una spada che, in seguito, sarà ritrovata nel 1800, sulle sponde del fiume Tevere e sarà custodita al Museo Criminologico di Roma.

La vicenda Beatrice diventa presto il simbolo della ribellione giovanile contro la tirannia dei genitori e delle istituzioni, e ispira la fantasia di artisti come Stendhal, Shelley e Dumas, Guido Reni, Caravaggio, Delaroche e Moravia, oltre a molti registi del cinema.

"Nelle 6 ore che durò er supprizzio

per la fiera Beatrice, ce fu buriana forta...

Tutto er popolo voleva pe' forza sarvà la bella Cenci,

e si nun fossino stati li sordati je sarebbe ariuscito"

Giggi Zanazzo (1860-1911), Poesie romanesche