Piazza Augusto Imperatore e lo sventramento di Roma

Storytelling di Mariavittoria Ponzanelli

"Ogni città ha il suo colore: e Roma è dorata. Giocheranno dunque nella nuova piazza le più vaste oscillazioni di intensità cromatica: dal biondo pallido dei travertini., appena usciti dalla cava, al fulvo delle cortine di mattoni, scelte con severa ricerca, al bruno delle pietre porfiriche; e un ulteriore apporto sarà dato dal tempo, che, con la sua patina delicata, ha sempre saputo completare in modo impensabile l'opera dell'architetto."

(M. Piacentini: La sistemazione della zona circostante l'Augusteo. Arch. Vittorio Morpurgo, in Architettura, fascicolo speciale, Natale, 1936)

Pagina del programma OHR2014
Programma OHR2014

 

Perché ho scelto di parlare di Piazza Augusto Imperatore in occasione di questa manifestazione dedicata all'architettura. La scelta è del tutto emotiva, e proprio lo stupore generato dall'aver scoperto per caso questo luogo, ha creato in me il desiderio di conoscere la sua storia.

 

Una domenica pomeriggio, durante una lunga passeggiata a piedi percorrendo Via del Corso in direzione di Piazza del Popolo, giunta a Via dei Pontefici che sbuca su questa piazza, improvvisamente mi sono trovata di fronte al Mausoleo di Augusto. Meravigliata dalla visione, ho incominciato a girare intorno all'augusto rudere, e più giravo e mi meravigliavo, più cresceva la mia curiosità. Era la Giornata del Camminare del 12 ottobre 2012, e sotto gli alti portici che vedete al lato dell'Augusteo, era pieno di bancarelle del Mercatino d'antiquariato che si tiene periodicamente in questa piazza di domenica (il prossimo appuntamento è il 18 maggio).

 

Dopo aver passeggiato in lungo e in largo tra le bancarelle e gli alti portici, con la testa in aria, cercando di capire perché un rudere d'epoca romana si fosse trovato al centro di una piazza in stile fascista, persa nei miei dubbi, sono tornata sui miei passi e ho proseguito la passeggiata.  Tornata a casa, mi metto subito al lavoro per fissare l'itinerario e creare un nuovo percorso di Roma a piedi. Sto cercando informazioni in rete, quando il motore di ricerca google mi propone un blog il cui autore, mostrando una foto degli anni post-sventramento, ricorda un film di Rossellini del 1952 che si intitola Dov'è la liberta? interpretato da Totò nei panni di un ex carcerato.

 

Brevemente vi riassumo la trama del film. Poco dopo la fine della seconda guerra mondiale, il barbiere Salvatore Lojacono, esce di galera dopo aver scontato una lunga pena per aver tagliato la gola a un amico che insidiava sua moglie, mentre gli stava facendo la barba. Dopo gli anni di reclusione, il protagonista, interpretato da Totò, torna dove aveva bottega cercando le tracce della sua precedente vita, e trovando tutto cambiato interroga un passante.

 

- Eppure dev'essere qui. Il Corso, Via Vittoria, di là ci dev'essere il ponte .... no?

... Scusi signore da queste parti è Via delle Colonnette?

- Era. Era... Non c'è più niente, tutto buttato giù.

- Bombe?

- No prima, Sventramento.

- Scusi signore, L'Augusteo dov'era?

- Eccolo lì.

- Quello lì? Com'è ridotto male. Allora se quello è l'Augusteo, proprio qui avevo il mio salone.

 

Del film mi colpisce in modo particolare la risposta tristemente ironica di Totò, che sento molto in sintonia con lo stupore da me provato nel vedere l'antico monumento circondato dall'imponente struttura d'epoca fascista.

Le mie ricerche continuano e, seguendo le tracce dello sventramento di Roma, interrogo un amico storico appassionato di architettura fascista. Espongo a lui tutte le mie perplessità riguardo alla collocazione del monumento antico in un contesto così... estraneo alla sua origine. E lui mi racconta di Morpurgo, del palazzo dell'INPS, del Collegio Croato, concludendo con una critica all'attuale opera di Meier che sostituisce la precedente teca di Morpurgo, completata nel 1937 per proteggere l'Ara Pacis ricomposta e trasportata affianco all'Augusteo in occasione della celebrazione del bimillenario della nascita di Augusto. Siamo in piena epoca fascista, con tutte le connotazioni ideologiche che Mussolini volle dare alla celebrazione di sé stesso come nuovo Augusto. Quest'anno si celebra invece il bimillenario della morte dell'imperatore.

 

Sempre facendo ricerche a tempo perso, un giorno trovo in rete l'immagine di un dipinto ottocentesco del Porto fluviale di Ripetta sul Tevere, a pochi passi dal Mausoleo di Augusto. Ricomincio a fantasticare sul luogo, sul fiume (che non ricordavo così vicino alla strada), sono colpita da un dettaglio: durante la visita alla piazza non mi ero accorta della presenza del Tevere. Perché? Eppure nel dipinto sembra così vicino.

 

Porto di Ripetta
Dipinto di Ettore Roesler Franz (Immagine del sito Info.roma.it)

Passa qualche mese e un sera di primavera del 2013, camminando per via del Corso decido di andare "a far vista" all'Augusteo per controllare dove fosse il Tevere. Mentre cammino in direzione di piazza del Popolo, sbaglio strada e giro in Piazza del Parlamento, proseguo po' smarrita lungo via di Campo Marzio; sbuco a San Lorenzo in Lucina, faccio un giro di ricognizione e vedo che a due passi c'è via del Corso, decido allora di proseguire avanti, esco su via Tomacelli riconosco il luogo (pz degli Schiavoni) e proseguo il percorso in direzione della fermata degli autobus (dietro la Chiesa di San Carlo al Corso).

 

Incomincio allora la seconda perlustrazione della piazza, alla ricerca del Palazzo dell'INPS (Istituto Nazione della Previdenza Sociale, che si chiama INFPS durante il fascismo) che identifico con l'edificio collocato al lato nord del Mausoleo, sulla cui facciata si vedono i mosaici della Nascita di Roma e di altre figure dedicate al lavoro. L'iscrizione latina posta sotto il mosaico dice:

 

Questo è il luogo dove l'anima di Augusto vola attraverso l'aria,

dopo che il Mausoleo dell'imperatore è stato estratto dal buio dei secoli

e pezzi sparsi dell'altare della pace sono stati ricomposti,

Mussolini il Duce ordinò di distruggere i vecchi luoghi angusti

e di edificare strade, edifici e santuari per ornare i "costumi"

dell'umanità nel 1940, nel XVIII anno dell'Era Fascista.

 

Poi raggiungo il Museo dell'Ara Pacis e resto colpita da quelle scritte sul muro: sapete cosa sono? Sono le Res Gestae dell'imperatore Augusto: la storia delle sue conquiste e della sua gloriosa vita.

Salgo fino all'entrata del museo e osservo la piazza: le due chiese vicine all'Ara Pacis (scampate allo sventramento: San Rocco e San Girolamo degli Illici), la bellissima cupola della chiesa più lontana (San Carlo al Corso). Non ho ancora capito dove si trova il Collegio Croato e il palazzo che vediamo al lato ovest dell'Augusteo resta ancora misterioso.

 

All'inzio di febbraio 2014, quando lo staff di Open House Roma ha contattato Romaapiedi.com per invitarci a partecipare alla terza edizione della più grande manifestazione di architettura del mondo, cercando tra i nostri percorsi un argomento pertinente alla scoperta della città da nuovi punti di vista, ho pensato di riproporre questa stessa mia scoperta casuale di piazza Augusto Imperatore, che è legata alla grande trasformazione urbanistica di Roma durante il fascismo, per riflettere insieme a voi sul modo in cui viviamo le nostre città e il modo in cui le osserviamo e ci stupiamo di fronte agli edifici, e alla loro storia.